ENRICO SEROTTI
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Confusional Quartet
[…] La politica non influenzò la musica della band. Noi eravamo un gruppo musicale senza slogan, quindi privo di quell’approccio che fa della parola il suo traino. Però, in realtà, come tutti i gruppi di quel periodo, eravamo gli alfieri di un mondo alternativo che trovava legittimazione nel nostro operato.

Noi eravamo dei “praticoni”, tutta la struttura che si muoveva attorno all’Italian Records era composta da giovani entusiasti senza esperienza. Col passare del tempo alcuni di loro sono diventati dei nomi importanti nel music business, ma all’inizio la scena bolognese non poté godere di nessuna esperienza. Mancò la capacità di rendere la struttura autonoma dai meccanismi della discografia “ufficiale”.

 

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