MARCO BERTONI
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Confusional Quartet
[…] Il nome “Confusione” calzava a pennello per la band, perché eravamo un frullato d'input, anche se tutti molto chiari ed affiancati tra loro. Forse è per questo motivo se i brani della band suonano ancora oggi moderni, perché sono il paradigma dell’utilizzo attuale della musica fatto di “zapping” o mescolanze varie. I Confusional riuscivano a gestire la loro musica attraverso una carica eccezionale, che credo fosse comunque rock. Il fatto di non avere il cantante era per noi molto naturale, perché a parole non avevamo niente da dire.

Non potevo sopportare il fatto di perdere l’occasione di essere sull’onda nello stesso istante in cui si alzava. Quando andai a New York e frequentai Lydia Lunch e tutto l’ambiente no wave, mi accorsi che noi, per loro, facevamo parte della stessa scena. Fu una cosa sconvolgente. Ascoltavano i nostri dischi, guardavano i nostri video e si sentivano attratti dal nostro lavoro.

 

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